Come rendere più interessanti le tue lezioni

"Come rendere le mie lezioni più interessanti?". Pensavo di trovare decine di blog su questo tema, ma sul web non c'è praticamente nulla, a parte l'interessante blog della Prof.ssa Milani. Il dibattito, almeno sul web, sembra assente... sarà perché l'obbligo di aggiornamento professionale per i docenti della scuola è stato abolito negli anni novanta?

Avere idea di come coinvolgere e motivare è il prerequisito essenziale per qualsiasi sessione di apprendimento, tanto più con i ragazzi che oggi sono esposti a un sovraccarico informativo che rende la loro attenzione sempre più difficile da catturare. La lezione frontale con uditori passivi è completamente fuori tempo, occorre passare a una modalità attiva di insegnamento. Dal leggere e ripetere l'accento va posto sullo sviluppo di capacità di integrazione, sintesi e restituzione/applicazione di quanto appreso. Può sembrare difficile, ma basterebbe assecondare tendenze e bisogni dell'essere umano,  che quando nasce è affamato di apprendimento: i bambini sono naturalmente curiosi, si appassionano con facilità e mostrano un enorme piacere per ogni nuova scoperta. Sperimentano di tutto senza temere il giudizio e la critica. Adottano strategie creative e utilizzano le loro risorse legate a fantasia e immaginazione. I risultati? Apprendono con enorme velocità e facilità... Come fare per recuperare questa capacità? ...

Intanto è importante distinguere  fra apprendimento passivo e attivo. Modalità passive di apprendimento sono: leggere e ripetere (permette di memorizzare il 10% delle informazioni), udire parole o guardare delle immagini (20%), guardare un film o vedere una dimostrazione su un palco (50%). Si tratta di uno schema elaborato dall'insegnante e pedagogista americano Edgar Dale, sotto riportato.

Lo schema di Dale evidenzia che le forme di apprendimento attivo richiedono la partecipazione del discente e sono molto più efficaci: partecipare a una discussione, tenere un discorso, tenere una presentazione sensoriale (parole+immagini+movimento), fare la cosa reale permettono di ritenere in memoria il 70-90% delle informazioni... 

Questo succede perché lo studente chiamato a creare qualcosa di suo, come una presentazione, è molto più motivato se sente che può svolgere una attività importante con relativa autonomia. I buoni risultati così ottenuti (segnalati da feed back e riconoscimenti positivi) aumenteranno la sua sensazione di padronanza (l'essere sempre più bravi e competenti in ciò che si fa), la fiducia in se stesso e andranno ad accrescere ulteriormente la sua motivazione "interna" (quella più potente, molto diversa da quella esterna basata su premi e punizioni). Oltre che per la motivazione, dalle tecniche di memoria (modellate sulle strategie mentali dei grandi geni dell'umanità) sappiamo che attivare contemporaneamente più aree del cervello porta a performance maggiori. Per partecipare a una conversazione o simulare la cosa reale uno studente deve utilizzare insieme logica e immaginazione, parole e immagini, ragionamento e intuizione. A differenza del semplice leggere e ripetere, le mappe mentali permettono di produrre sintesi originali delle informazioni da memorizzare e permettono una più efficace applicazione di quanto appreso a sensi e contesti diversi (credo sia questa la differenza fra "imparare a memoria" e "comprendere"). Occorre dunque andare oltre le modalità più tradizionali - lezione frontale + interrogazione - per creare situazioni in cui gli studenti possano attivarsi e utilizzare le loro migliori risorse. Ecco alcuni esempi...

1. Partecipare a una discussione

Il primo esempio viene dall'Argentina (mi è stato riferito dal nostro Alejandro Angelica). Un insegnante di Storia che ha scelto di non tenere più separati il momento della lezione da quello della verifica. Come? Assegna un argomento da leggere a casa e lo discute successivamente in classe. Gli studenti che non hanno letto nulla non vengono giudicati, sanzionati e neanche spronati a farlo la prossima volta. Semplicemente assistono alla discussione senza potervi partecipare (non conoscono l'argomento). Risultato? Ben presto si annoiano, si sentono esclusi... Nel giro di poco tempo tutti rispettano le consegne del prof e la discussione si estende a tutta la classe.

2. Simulare l'esperienza reale

Geografia: gli studenti devono simulare l'organizzazione di un viaggio nel paese oggetto di studio. Città e luoghi più interessanti da visitare, storia, monumenti e musei, lingua parlata e scritta, usi e costumi, trasporti e vie di comunicazione, prezzi, moneta, clima... I ragazzi potrebbero lavorare in gruppo per realizzare una piccola guida (supporto multisensoriale) e una presentazione in pubblico al resto della classe.

3. Tenere una presentazione

Parlare in pubblico è una delle abilità più difficili ma anche più richieste nel mondo del lavoro. In molte scuole americane questa abilità viene praticata da tempo. I ragazzi vengono sollecitati a presentarsi in pubblico e a tenere discorsi accattivanti e coinvolgenti. Si tratta di una modalità che ho sperimentato personalmente nelle mie lezioni di orientamento nelle scuole e funziona parecchio. I ragazzi sono contenti di potersi esprimere. All'inizio va guidato sia chi deve parlare - per prepararsi al meglio - sia chi ascolta - il resto della classe, per evitare atteggiamenti giudicanti. Si può anche autorizzare uno studente ad utilizzare supporti video, immagini, mappe mentali, schemi... La costruzione di supporti multi sensoriali permette di memorizzare automaticamente le informazioni principali e di superare eventuali problemi legati all'ansia e all'emozione. L'accento andrà sulla capacità di sintesi e comprensione più che su quella di "tenere a mente" una serie di nozioni da ripetere meccanicamente.

4. Costruire supporti multi-sensoriali

Le mappe mentali permettono di rappresentare strutture concettuali complicatissime in immagini semplici e rappresentazioni grafiche. L'utilizzo di forme e colori produce un'attivazione mentale che libera le risorse creative e mnemoniche del nostro cervello. 

Nei nostri corsi spieghiamo le regole con cui costruire una mappa mentale, ma una volta compreso il principio, si possono creare variazioni molto interessanti. Vi riporto qui l'esempio di una insegnante (inglese) che ha utilizzato gli elementi delle mappe (colori, ordine, rappresentazione grafica) per aumentare la competenza linguistica dei suoi allievi attraverso la visualizzazione dei diversi sinonimi di una stessa parola con le loro diverse sfumature di significato. 

Per esempio il termine "happy" (felice, contento) ha come sinonimi: "joyful" (gioioso, allegro, festoso), "proud" (fiero, soddisfatto per un risultato raggiunto), "exciting" (eccitato, entusiasta). Ecco rappresentato visivamente un concetto complesso come quello di sinonimo o "sfumatura di significato"... Un metodo di questo tipo ha secondo me un enorme vantaggio secondario: aiuta le persone a creare uno "schermo mentale" su cui proiettare le parole e le loro forme, con possibili miglioramenti nella lettura e nella scrittura (grazie all'abitudine di collegare l'immagine al suono delle parole).

 

4. Mappe Mentali

Una volta superato l'ostacolo più grande (la confusione fra schemi concettuali e mappe mentali, a breve scriverò un post su questo...) è possibile utilizzare le mappe mentali per cambiare immediatamente la qualità delle vostre lezioni. Basterà far seguire alla fine di ogni lezione la richiesta agli studenti di costruire immediatamente la mappa mentale di quanto loro spiegato. E' possibile infatti prendere appunti direttamente in forma di mappa mentale. Gli studenti possono poi collaborare in gruppi di 4 per costruire le sintesi più efficaci. Il presupposto naturalmente è che tutti conoscano al meglio come costruire mappe mentali efficaci (occorrono alcune ore per conoscere e familiarizzarsi con lo strumento e le sue applicazioni).

5. Interviste virtuali

Gli studenti possono essere ingaggiati per creare interviste immaginarie (o reali) con personaggi della storia o dell'attualità. Si può lavorare in piccoli gruppi... Che domande porreste a Platone? Un Gruppo si prepara per le domande, l'altro per rispondere... Può essere un bel divertimento, ma bisogna prepararsi per bene e studiare parecchio per creare un bel "gioco"... (questo metodo è stato proposto in un centro prestigioso come la Carnegie Mellon... vedi il mio post sul libro di Irene Tinagli).

Concludo con 10 idee riportate sul sito di Loreen Leedy... Sui siti in inglese si trovano molti altri spunti interessanti. 

 

Autore: Alfonso Miceli


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Commenti: 6
  • #1

    Spencer Mclane (venerdì, 03 febbraio 2017 11:59)


    Hello outstanding blog! Does running a blog such as this take a great deal of work? I have virtually no knowledge of programming but I had been hoping to start my own blog in the near future. Anyways, if you have any ideas or tips for new blog owners please share. I understand this is off subject nevertheless I just had to ask. Many thanks!

  • #2

    Nicki Rondeau (sabato, 04 febbraio 2017 12:45)


    Thanks , I have recently been searching for information approximately this subject for a while and yours is the best I have came upon so far. But, what concerning the bottom line? Are you certain about the source?

  • #3

    Lorenzo (giovedì, 05 ottobre 2017 15:08)

    molto interessante

  • #4

    Francesca (domenica, 18 agosto 2019 07:53)

    Ottimi spunti! ... grazie

  • #5

    Alfonso Miceli (domenica, 18 agosto 2019 10:34)

    Prego!

  • #6

    Lucia Boninsegna (martedì, 30 marzo 2021 19:29)

    Con la didattica a distanza non so più come fare a stimolare l'attenzione dei miei allievi di terza media. Le ho provate un po' tutte, ma qui ho trovato alcuni spunti nuovi