Daniel Pink: DRIVE - come funziona la motivazione umana

Sarebbe possibile una scuola senza orari? Avete mai sentito parlare di aziende che lasciano ai loro dipendenti il 20% di tempo da dedicare a progetti liberamente scelti? Perché Richard Branson, proprietario della Virgin, ha annunciato di aver abolito l'orario di lavoro e di aver lasciato ai suoi dipendenti la libertà di decidere quando andare in ferie? Daniel Pink, autore tradotto in 34 lingue, ha scritto un libro rivoluzionario che tutti dovrebbero leggere. La maggior parte delle cose che pensiamo sulla motivazione umana sono errate. Comprendere come funziona realmente può migliorare enormemente la vita delle persone sul lavoro o  nella scuola. Vediamo come...

A cosa pensate quando si tratta di motivare qualcuno? In genere vengono in mente carota e bastone (premi e punizioni). E' un approccio che ritroviamo frequentemente nel mondo del lavoro e della scuola: controlli rigidi, voti e giudizi, premi legati alla prestazione, tornelli, orari e tempi strettamente regolati. Il presupposto è che gli esseri umani siano fondamentalmente pigri e che smetterebbero immediatamente di lavorare (o studiare) se non costretti e strettamente controllati. In sintesi: si lavora per soddisfare i bisogni di sussistenza e riconoscimento, ma il lavoro non è un'attività in sé piacevole. 

 

Daniel Pink rovescia questi presupposti. Per Pink - e per tutto il filone di studiosi da lui ripresi - l'essere umano è naturalmente curioso e interessato, ha fame di apprendimento ed è felice se può mettersi alla prova in attività sfidanti

Secondo questa prospettiva le persone, nelle giuste condizioni, sono intrinsecamente motivate a lavorare ed apprendere. Le giuste condizioni si hanno quando gli individui, attraverso la loro attività, possono trovare soddisfazione ai tre bisogni più "alti" tipici dell'essere umano: autonomia, padronanza, scopo. La sensazione di autonomia si ha quando le persone possono svolgere un'attività importante prendendo decisioni e impiegando le loro risorse creative. Padronanza (mastery) indica la sensazione di diventare sempre più bravi e competenti in quello che si sta facendo. Terzo: le persone lavorano meglio e sono motivate interiormente se conoscono lo scopo della loro attività e questo è in linea con la loro vocazione e i loro valori più alti.

 

Troppo bello per essere vero? Assolutamente no! Pink cita numerose aziende di successo che stanno adottando strategie motivazionali innovative: Atlassian, Google, Meddius, 3M, Georgetown University Hospital di Washington, Best Buy, Zappos, JetBlue, Alpine Acces, PHH Arval, Whole Foods, Gore & Associates (inventori e produttori del tessuto Gore - Tex), Green Cargo, thatgamecompany...

La realtà è che la natura del lavoro è cambiata, e oggi le attività operative - ripetitive e standardizzate - tendono sempre più a rarefarsi (sono svolte da macchine o da lavoratori di paesi in via di sviluppo), mentre aumentano le attività "euristiche", che non possono essere portate a termine seguendo una procedura rigidamente pre-determinata (es. ideare una campagna pubblicitaria o dare assistenza a un cliente in una cassa automatica di un supermercato). Nelle attività di tipo euristico le persone sono chiamate ad auto-gestirsi e ad impiegare le loro migliori risorse cognitive e creative: per fare questo è richiesta una motivazione intrinseca: bastone e carota non sono più sufficienti, anzi possono essere controproducenti.

 

Qui sta il punto cruciale del libro: Pink descrive gli esperimenti che hanno messo a confronto diversi gruppi di persone sulla risoluzione di un compito creativo (di tipo problem solving). Ebbene, gli esperimenti effettuati in tutto il mondo - e in differenti culture - hanno dimostrato che le persone cui era stato promesso un premio sono state meno efficaci rispetto a quelle cui è stato chiesto di risolvere il problema senza alcuna ricompensa (semplicemente per il gusto di farlo).  Qui potete vedere un video esplicativo... (il video è in inglese, ma i sottotitoli e i fantastici disegni in tempo reale aiutano).

Il fatto che il livello di performance possa essere più basso se troppo strettamente collegato a un premio/punizione è particolarmente difficile da accettare. Secondo me la prima cosa da tenere a mente è che questa legge motivazionale è invariabilmente valida per i compiti in cui sono coinvolte risorse cognitive e creative di livello medio-alto. Per le attività ripetitive e "meccaniche" bastone e carota sono ancora sufficienti. 

Se ci pensate, lavorare o studiare "per forza" produce sensazioni di stanchezza, noia, inutilità... 

Come possiamo applicare queste scoperte alla scuola? Quando uno studente comincia ad andar male in una materia, viene spronato a fare di più... Gli si chiede di aumentare il tempo sui libri, viene strettamente controllato, gli vengono negati o concessi permessi e premi in relazione ai risultati nello studio: la motivazione esterna soppianta completamente quella interna. In queste condizioni il ragazzo troverà sempre più difficile ritrovare la passione per lo studio che gli permette di utilizzare le sue risorse cognitive e creative più alte, e finirà per adottare inconsapevolmente metodologie passive di studio (leggere e ripetere, fare riassunti e riassunti dei riassunti...). 

Ma con metodi di studio inefficaci, più sforzo equivale a più fatica e meno risultati. A questo punto o lo studente accetta di essere "sotto la media" con il suo livello di intelligenza (non è mai piacevole) o si spiega la situazione con il fatto di non essere interessato e che quella materia o la scuola non servono a niente: autonomia, padronanza, scopo non hanno più nessuno spazio! 

 

Per invertire questo processo è inutile, secondo me, cercare di motivare il ragazzo dall'esterno a "fare di più" o convincerlo che lo studio è importante e interessante. Adottando metodi di studio basati sull'apprendimento "attivo" si può rompere immediatamente questo circolo vizioso restituendo allo studente padronanza (ottiene in poco tempo risultati migliori) e in seguito autonomia (quando si è familiarizzato con il metodo e ha ripreso fiducia). Recuperando lo spirito del gioco e i risultati di apprendimento, ben presto lo studente ritroverà l'interesse allo studio e lo scopo della scuola e delle materie ivi insegnate.


Per approfondire l'approccio alla motivazione umana qui descritto vi segnalo questo video di Daniel Pink con un'ottima traduzione dall'inglese (sottotitolato). In poco più di mezz'ora l'autore spiega i principali passaggi contenuti anche nel libro. Buona visione e buona lettura.

 

Autore: Alfonso Miceli

 

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    morelli (mercoledì, 18 novembre 2020 15:36)

    interessante